Una corsa continua. Ieri per risanare i debiti milionari generatisi nella sanità del Lazio, oggi per recuperare le migliaia di prestazioni sanitarie che non è stato possibile erogare nel periodo della pandemia e per abbattere le liste di attesa che – diciamolo tutta – anche senza Covid, nel Lazio, sono sempre state ben nutrite.
Ieri, il governatore Nicola Zingaretti, in collegamento da Bruxelles, e l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato hanno presentato in Regione il piano straordinario per abbattere le liste di attesa del Lazio. L’obiettivo dichiarato è quello di “Recuperare gli interventi chirurgici, i ricoveri ospedalieri, le prestazioni specialistiche ambulatoriali e di screening che non è stato possibile erogare durante il periodo pandemico”.
Un piano operativo che prevede investimenti straordinari per quasi 50 milioni di euro (per l’esattezza 47.970.518 a favore delle aziende sanitarie e ospedaliere della regione) con tanto di obiettivi che ogni azienda deve raggiungere. Per centrare il risultato, è stato annunciato anche che i presidi sanitari saranno aperti pure in ore serali, di sabato e domenica.
Come un generale sul campo di battaglia che cerca di motivare al meglio le sue truppe, Zingaretti ieri ha detto di aver “dichiarato guerra alle liste di attesa” accelerando tutti i percorsi di screening e di prenotazione.
“La pandemia da Covid19 ha causato un ritardo nell’erogazione delle prestazioni sanitarie, quali interventi chirurgici differiti, prestazioni specialistiche ambulatoriali e screening oncologici. Per questo – ha spiegato l’assessore D’Amato -, dobbiamo recuperare il tempo perduto e far sì che nessuno venga lasciato indietro. Operativamente, il Piano prevede un impegno straordinario di spesa di 47.970.518 euro da parte della Regione Lazio per le sue aziende sanitarie e ospedaliere, suddiviso in: 35.388.145,57 euro per il recupero di 684.890 prestazioni di Specialistica Ambulatoriale, 9.946.964,11 euro per il recupero di 15.725 Interventi Chirurgici, 2.635.408,32 euro per il recupero di 430.662 Screening oncologici. In particolare le indicazioni e gli obiettivi saranno: il recupero delle prestazioni di medicina specialistica ambulatoriale non erogate nel periodo dell’emergenza, almeno nel 90% del totale; l’ottimizzazione dei turni del personale medico e dell’utilizzo degli spazi, delle tecnologie e attrezzature, l’apertura dei presidi sanitari nelle ore serali e nelle giornate di sabato e domenica, l’utilizzo delle prestazioni aggiuntive da parte del personale sanitario presente nelle strutture pubbliche e il ricorso a strutture private accreditate per l’erogazione di parte delle prenotazioni sospese all’interno del budget loro assegnato. Per quanto riguarda gli screening oncologici, è importante sottolineare che gli interventi messi in atto in precedenza hanno già portato ad un recupero del 26% degli screening mammografico, del 20% di screening della cervice uterina e del 25% dello screening del colon retto. Stiamo lavorando senza sosta per garantire la massima efficienza di servizi e prestazioni per i presidi sanitari, al fine di tornare a pieno regime nel più breve tempo possibile”.
Per fissare gli obiettivi previsti nel Piano sono stati analizzati diversi indicatori, nel dettaglio: per la medicina specialistica ambulatoriale è stato valutato il differenziale dei volumi delle prestazioni erogate nel 2019 e nel 2021 con un incremento del numero e della tipologia; per gli interventi chirurgici sono stati valutati gli interventi in lista a gennaio 2022, distinti per classi di priorità; per gli screening oncologici è stato valutato il differenziale dei volumi delle prestazioni critiche per i tre percorsi di screening erogate nel 2021.
Infine, la Regione Lazio oltre a garantire le risorse economiche per il recupero dei ricoveri ospedalieri e delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e di screening prevede l’incremento del monte ore di assistenza specialistica ambulatoriale convenzionata interna.