E’ già un itinerario tra i più battuti il “Grande Cammino dei Briganti”, un percorso che collega a piedi le principali tappe storiche del brigantaggio meridionale attraverso cinque regioni italiane: Abruzzo, Lazio, Molise, Campania e Basilicata da compiere in 28 giorni di cammino per un totale di 500 chilometri. Se poi qualcuno vuole percorrerlo di seguito al classico Cammino dei briganti, le tappe diventano 35 e i chilometri 600.
Il nuovo percorso nasce da un’idea di Luca Gianotti, coordinatore della Compagnia dei Cammini che aveva già progettato il primo Cammino dei Briganti, portato avanti con l’aiuto dei volontari e alcuni Comuni dei territori attraversati da un nuovo itinerario più lungo e completo che parte da Sante Marie (Aq) e Tagliacozzo (Aq) fino ad arrivare a Potenza.
Per chi ha già amato il Cammino dei Briganti, oggi c’è la possibilità di comprendere ancora più a fondo le origini del brigantaggio con un percorso che riporta ad un tuffo nella storia, nelle tradizioni, nella natura e nella cultura meridionali. L’itinerario segue, infatti, l’asse percorsa dal generale Borjes, celebre brigante, nella sua fuga dal Vulture nel tentativo di mettersi in salvo nello Stato Pontificio. Una delle storie emblematiche dei tempi dell’Unificazione d’Italia, quando i briganti viaggiavano a piedi clandestinamente in opposizione al potere sabaudo. Una storia ai margini, oggi in fase di riscoperta e revisione che svela un volto nuovo di quelle vicende storiche: i briganti erano persone che si opponevano all’invasore, che resistevano, e quindi si davano alla macchia e alla guerriglia. I Sabaudi, nuovi padroni arrivati dal Nord, avevano decuplicato le tasse e imposto la leva obbligatoria a chi non poteva sottrarsi all’obbligo di custodire la terra. E’ quindi una storia di povertà e oppressione.
“I territori attraversati furono vissuti da tante bande di briganti. Un censimento ci dice che nel 1861 agivano 39 bande in Abruzzo, 42 al confine con lo Stato Pontificio, 15 nel Molise, 47 nell’entroterra irpino e lucano. I briganti furono migliaia, come migliaia purtroppo furono i morti di questa guerra civile, così dimenticata dalla storia. Durante il percorso, ogni giorno si raggiungono luoghi importanti per la storia del brigantaggio ed è per questo che ogni tappa porta il nome di un brigante diverso per conoscerli e capire chi erano – spiega Luca Gianotti, coordinatore della Compagnia dei Cammini -.”
Il Grande Cammino dei Briganti si può percorrere in 28 giorni di cammino oppure in 35, se si aggiunge il tradizionale Cammino dei Briganti. E’ un itinerario molto più lungo, quindi di maggiore difficoltà per il camminatore che può ritirare il suo “salvacondotto” all’inizio per mettere un timbro ad ogni tappa. Si può partire sia da Sante Marie che da Tagliacozzo (Aq), due luoghi emblematici per la fuga del generale Borjes che, dopo aver rotto con Carmine Crocco, dal Vulture arrivò vicino a Sante Marie, dove fu catturato insieme ai suoi uomini, portato a Tagliacozzo e fucilato. Sante Marie è storicamente il luogo di partenza e arrivo del Cammino dei Briganti, mentre Tagliacozzo è più raggiungibile con i mezzi, con il treno da Roma, ed è una città d’arte che merita una visita. Il cammino inoltre si può percorrere in entrambi i sensi, da Nord a Sud o viceversa, anche se in questa fase iniziale, sarà segnato meglio dirigendosi partendo da Nord.