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Luca Di Stefano è il nuovo Presidente della Provincia di Frosinone, pochissimi vincitori e molti sconfitti: i fedelissimi di De Angelis non tradiscono

Licandro Licantropo
Il sindaco di Sora non aveva nulla da perdere. Ha fatto una campagna elettorale senza alcun tipo di pressione, concentrandosi soltanto sulla necessità di raggiungere accordi nei Comuni più piccoli. Infatti ha vinto nelle fasce azzurra e arancione, pareggiando in quella grigia
Dicembre 19, 2022
Luca Di Stefano, eletto ieri sera presidente della Provincia di Frosinone, insieme al gruppo

Ci sono due modi per analizzare le elezioni provinciali di ieri sera. Uno è quello di soffermarsi sui voti ponderati e sui Comuni inseriti nelle varie fasce per dare una spiegazione aritmetica più che matematica. L’altro è trarre le conclusioni di ciò che è successo attraverso i protagonisti diretti. In tempi non sospetti Politica7 aveva scritto che si trattava di un tipo di competizione che si sarebbe vinta o persa a tavolino. Così è stato.

LUCA DI STEFANO, DE ANGELIS, QUADRINI

Il sindaco di Sora non aveva nulla da perdere. Ha fatto una campagna elettorale senza alcun tipo di pressione, concentrandosi soltanto sulla necessità di raggiungere accordi nei Comuni più piccoli. Infatti ha vinto nelle fasce azzurra e arancione, pareggiando in quella grigia.

Ha potuto farlo anche grazie al lavoro di uomini come Gianluca Quadrini, sempre sottovalutati ma sempre preziosi e decisivi in competizioni come questa. Importante pure l’azione di Adamo Pantano, sindaco di Posta Fibreno.

Poi a fare il “miracolo” nella fascia rossa e a non farsi travolgere in quella verde (Frosinone e Cassino) ci ha pensato Francesco De Angelis, con la chiamata alle armi dei fedelissimi ma anche con il gioco di sponda di sindaci come Massimiliano Quadrini, interlocutori importanti pure se adesso fanno parte di Azione.

De Angelis non può rappresentare una sorpresa, è un veterano di queste sfide. Ha vinto alla Saf (prima con Mauro Vicano, poi con Lucio Migliorelli), nei Consorzi industriali (lui stesso all’Asi, Marco Delle Cese al Cosilam), ha fatto il vuoto all’Egato (Mauro Buschini). Ha un’organizzazione formidabile e i suoi fedelissimi non tradiscono mai quando la posta in palio è quella della sopravvivenza politica. Non fanno il gioco delle tre carte, non millantano pacchetti di voti ponderati prima di essere sicuri di averli.

GERMANI, MASTRANGELI, POMPEO

Luigi Germani ha accettato una sfida che altri gli hanno proposto. Una sfida che voleva essere amministrativa e non politica. E’ arrivato secondo per 1.226 voti ponderati. Cioè di un niente, ma si aspettava di più. Su questo non potranno esserci scorciatoie.

Il sindaco di Arce ha esperienza da vendere, ha un passato democristiano ma è stato uno dei primi cittadini storici del Pd. Si è trovato contro Francesco De Angelis, mentre dalla sua parte c’erano Antonio Pompeo, Enzo Salera e altri amministratori. L’impegno non è bastato. Pompeo esce di scena dalla Provincia come non avrebbe voluto, consapevole che adesso la strada per le regionali dovrà essere percorsa senza l’illusione di avere a fianco alleati pavidi e voltagabbana come quelli, presunti, che avrebbero dovuto sostenerlo nella corsa di Germani alla sua successione. Sara Battisti (area De Angelis) è galvanizzata.

Riccardo Mastrangeli porta a casa una sconfitta che poteva evitare ma anche un’inaspettata e straordinaria dimostrazione di forza. Nella sconfitta del centrodestra il vincitore di queste elezioni è lui. Per capitalizzare il risultato ora dovrà evitare ritorsioni e spaccature ripartendo dalla vittoria di “coalizione” al Comune.

L’UNITÀ DEL CENTRODESTRA NON AVREBBE CAMBIATO IL RISULTATO

Il centrodestra nelle votazioni degli enti intermedi non tocca mai palla. E sgombriamo il campo dalle questioni riguardanti l’unita e le spaccature. La coalizione FDI, Lega, FI non avrebbe mai vinto, con nessun candidato, presentandosi senza il sostegno di una parte del Pd.

Avrebbe perso unita. Che comunque è un risultato.

In provincia di Frosinone gli amministratori dei comuni sono per il 70% riferibili a partiti di centrosinistra. Inutile, ancora per qualche anno (chissà!), tentare di spostare sul territorio gli ottimi risultati delle politiche. È un gioco di teoria lontano dalla realtà.
Mastrangeli ha scelto la fuga in avanti, Ruspandini ha tentato pragmaticamente la strada dell’accordo con Pompeo e Salera. Hanno perso entrambi (seppur con l’ottimo risultato di Mastrangeli) ma ora dovranno rivolgere testa e cuore alle Regionali dove verranno stabiliti i rapporti di forza che conteranno nei prossimi anni.

Intanto tra poche ore Giorgia Meloni ufficializzerà la candidatura alla presidenza della Regione di Francesco Rocca. Inizia un’altra partita, con un altro tipo di centrodestra in campo.

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