Nel centrodestra c’è un problema enorme, che non può continuare ad essere ignorato: la posizione di Forza Italia. Verrebbe da dire di Silvio Berlusconi se ci fossero delle prese di distanza. Ma siccome negli “azzurri” nessuno osa contraddire il fondatore, la questione riguarda l’intero partito.
FORZA ITALIA: IL ROSICAMENTO PREVENTIVO
Una settimana fa si stava votando per le regionali del Lazio e della Lombardia. Si sapeva benissimo che nel Lazio Fratelli d’Italia avrebbe stravinto. Allora, a urne ancora aperte e proprio all’uscita dal seggio, Silvio Berlusconi pensa bene di esternare alla sua maniera, dicendo che lui da premier non avrebbe mai incontrato il presidente dell’Ucraina Zelensky, che poteva risparmiarsi di attaccare in Donbass. L’obiettivo è uno solo: mettere in difficoltà Giorgia Meloni e il Governo. L’amicizia di Silvio Berlusconi con Putin è nota a livello internazionale, i tentativi di ridimensionamento del ministro degli esteri Antonio Tajani non servono a nulla, l’Ucraina risponde per le rime affermando che in questo modo Berlusconi bacia le mani insanguinate di Putin. Non è un incidente di percorso e lo si capisce benissimo quando il capogruppo del Ppe Manfred Weber annulla il vertice di Napoli spiegando che l’appoggio all’Ucraina non è facoltativo. La sconfessione di Berlusconi è totale, ma Forza Italia fa finta di nulla.
Quando lunedì si cominciano a contare i voti, si capisce immediatamente che Fratelli d’Italia è la locomotiva di un centrodestra che si avvia a governare anche il Lazio. Nel frattempo Berlusconi viene assolto nel processo Ruby ter perché il fatto non sussiste. Gli alleati (FdI in testa) si complimentano dopo che in tutti questi anni non hanno mai fatto mancare il loro sostegno al Cavaliere. Forza Italia però non si accontenta e chiede una commissione parlamentare di inchiesta per verificare l’uso politico della magistratura. Il tempismo è tutto in politica: in questo momento un’iniziativa del genere ha soltanto un obiettivo: mettere in difficoltà il ministro della giustizia Carlo Nordio (e quindi il Governo Meloni) in una fase delicata considerando il caso Cospito. Ma non finisce qui.
Silvio Berlusconi e Forza Italia alzano il tiro e criticano la decisione del Governo di stoppare un Superbonus (voluto dall’esecutivo di Giuseppe Conte) che l’Italia non può permettersi considerando il “buco” dei conti pubblici. Il ministro Giancarlo Giorgetti lo spiega benissimo. Ma gli “azzurri” insistono, ammoniscono l’esecutivo (del quale fanno parte) a non mettere il voto di fiducia e costringono Governo e maggioranza sulla difensiva. Facendo sponda con il Movimento Cinque Stelle e con un parte del Pd. Poi arrivano le dimissioni del sottosegretario Augusta Montaruli (Fratelli d’Italia), condannata in Cassazione per uso improprio dei fondi consiliari della Regione Piemonte. Forza Italia, attraverso Giorgio Mulé, aveva immediatamente sollecitato il passo indietro della Montaruli, peraltro già deciso. Nasce uno scontro verbale aspro. Però la sostanza politica è che in questi anni mai Fratelli d’Italia aveva chiesto le dimissioni di esponenti di Forza Italia alle prese con vicende giudiziarie. Mentre gli “azzurri” non hanno perso tempo a pretenderle, le dimissioni. Tutti ricordano i giudizi di Silvio Berlusconi su Giorgia Meloni in Parlamento subito dopo la vittoria alle politiche.
Tutti ricordano il “vaffa” di Silvio al (non ancora in quel momento) presidente del Senato Ignazio La Russa. Esiste un problema Forza Italia nel centrodestra. La Lega resta in silenzio: su molte cose è d’accordo con gli “azzurri”. Per esempio sulla posizione sulla guerra tra Russia e Ucraina. Perfino sul Superbonus, anche in contrasto con le decisioni prese da Giancarlo Giorgetti. Silvio Berlusconi proprio non riesce a farsi una ragione che Fratelli d’Italia ha più del triplo dei suoi voti, che Giorgia Meloni in Europa è più apprezzata da lui, che gli Usa e la Nato la giudichino affidabile come mai era successo in passato con altri leader del centrodestra. La stessa Meloni ha dato indicazioni precise sulla linea politica di Fratelli d’Italia: sobrietà, attenzione a non alzare i toni, profilo istituzionale, cautela. Ma ci sono delle situazioni che adesso vanno affrontate. Forza Italia continua a governare perché sta nel centrodestra: a livello nazionale ma anche nelle Regioni. Come il Lazio. O nei Comuni. Lo fa con percentuali che quasi mai raggiungono le due cifre, lo fa perché l’effetto trascinamento di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni è decisivo. Come lo era quello di Silvio Berlusconi parecchi anni fa. La differenza è che Forza Italia lasciava le briciole agli alleati, mentre FdI concede spazi e opportunità di livello. Per esempio la presidenza della Regione Sicilia. Prima o poi l’argomento dovrà essere affrontato in ogni sede: Parlamento, Regioni, Comuni. Più facile sostituire un partito dell’8% o fare a meno di una forza politica al 33%?