Un messaggio chiaro quello inviato a Sindaco e Governo. Tutte le forze politiche presenti a palazzo Senatorio hanno votato la mozione della Lista Civica Calenda, con la richiesta alla giunta Gualtieri di prorogare lo smart working dei dipendenti comunali.
L’aumento dei contagi da Covid, la situazione dei trasporti pubblici locali tornati alla massima capienza e i rincari del carburante hanno di fatto spinto tutti i gruppi consiliari in Campidoglio a sposare la conferma del lavoro agile.
Una scelta che viene vista come deterrente all’aumento della circolazione del virus e che contestualmente potrebbe aiutare le famiglie a risparmiare. Dunque l’Aula Giulio Cesare si è espressa per la proroga oltre il 31 marzo, che autorizzerebbe i dipendenti comunali a prestare il proprio servizio da casa. Il capogruppo della lista Calenda, Flavia De Gregorio, ha chiesto al sindaco Gualtieri di farsi promotore della discussione sulla proroga del lavoro agile a livello nazionale.
“La Capitale ha tutti gli strumenti utili a dare il buon esempio -hanno affermato i promotori della mozione Flavia De Gregorio, Francesco Carpano e Dario Nanni– teniamo i termosifoni a temperature più basse, spegniamoli prima se non sono necessari e adoperiamoci per poter autorizzare i dipendenti del Comune ad effettuare il lavoro agile due o tre volte a settimana. Il risparmio sulle bollette di luce e gas del Campidoglio e delle famiglie romane sarà evidente“.
Non c’è dubbio che il tema sia particolarmente sentito dal momento che coinvolge decine di migliaia di dipendenti pubblici. Con la proroga del lavoro agile si avrebbero 14 mila dipendenti capitolini che potrebbero restare a casa per due/tre giorni a settimana. Ciò comporterebbe risparmi sull’illuminazione degli uffici da un lato e un numero minore di auto per le strade dall’altro, venendo incontro alle richieste delle famiglie di contenere il rincaro del carburante. Non bisogna dimenticare che nel periodo più acuto dell’emergenza pandemica sono stati quasi 9 milioni i lavoratori nel nostro Paese ad aver lavorato da remoto, e secondo un recente sondaggio Swg nel 61% di chi ancora lo pratica prevale una valutazione positiva.