La Lega si ricompatta a Frosinone. Era da tempo che non si vedevano tutti insieme Claudio Durigon, Francesco Zicchieri e Nicola Ottaviani.
Insieme a loro anche Francesca Gerardi, Gianfranco Rufa e il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli.
Si doveva parlare di imprese. Ci si aspettavano proposte, analisi (anche critiche) al governo, un confronto con gli imprenditori, qualche studio sulle specificità del territorio in relazione alle possibilità offerte dal Pnrr.


Troppo ghiotta l’occasione di avere in sala il sottosegretario del Mef (Ministero Economia e Finanze), Federico Freni.


Niente di tutto questo. Abbiamo assistito ad una prevedibile e scontata manifestazione pre-elettorale. Una prova muscolare (poco riuscita) nella quale è emerso il dato politico di rivedere il gruppo dirigente della Lega ricompattato in attesa della campagna elettorale di Frosinone che celebrerà, almeno per il centrodestra, la propria partenza ufficiale in occasione delle primarie il prossimo 27 marzo.
Un sussulto quando Claudio Durigon, giustamente, ha accusato il governo di aver ridotto di un’inezia le accise sui carburanti. E non si è smarcato da questa critica lo stesso sottosegretario Freni. A proposito, per essere il suo primo discorso pubblico ha dimostrato una evidente propensione alla leadership.
Nel video-collegamento Matteo Salvini ha esortato ad una vittoria alle comunali al primo turno ed ha invitato tutti, pancia a terra, a riconquistare il terreno perso dalla Lega in questi mesi.
Alla fine è arrivato anche il candidato sindaco Riccardo Mastrangeli. Per adesso, come ha fatto del resto nel corso della sua attività nell’amministrazione del capoluogo, marca le distanze da simboli e leader. Non ce la faranno, prevedibilmente, ad appiccicargliene uno, adesso che parte da favorito nella successione a Nicola Ottaviani.


A parte le “reunion” del gruppo dirigente della serata all’Hotel Memmina il dato inquietante è quello relativo al pubblico: solo una sessantina di addetti ai lavori giunti da tutta la provincia. Segno che i sondaggi del momento sono finanche troppo generosi con Salvini & Co.



