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Grandi manovre in corso. Marini si avvicina al Campo Largo. Salera non sfonda tra i Dem. Pompeo guarda (e spera) nel terzo giro

Licandro Licantropo
Aspettando di conoscere il risultato delle comunali di Frosinone, i sindaci di altri grandi centri stanno già preparando le condizioni per cercare la riconferma
Aprile 4, 2022
pompeo
Antonio Pompeo (foto S. Desiato)

Francesco De Angelis tira dritto e continuerà a puntare sul Campo largo, specialmente se a Frosinone dovesse riuscire a riconquistare il Municipio dopo dieci anni di amministrazione di centrodestra. L’uscita del sindaco di Isola del Liri Massimiliano Quadrini dal partito non gli ha fatto sicuramente piacere, ma il convincimento di De Angelis è sempre lo stesso: il Pd rimane anche se gli uomini passano. In questi anni sono andati via Massimo D’Alema, Pierluigi Bersani, Matteo Renzi, Carlo Calenda e tanti altri, ma il partito resta al primo o al secondo posto nei sondaggi ed è la maggiore forza di governo del Paese, delle Regioni e dei Comuni. Il medesimo discorso vale per la Ciociaria.

Meglio il bis piuttosto che avventure rischiose

Aspettando di conoscere il risultato delle comunali di Frosinone, i sindaci di altri grandi centri stanno già preparando le condizioni per cercare la riconferma. Primo fra tutti Enzo Salera a Cassino, il quale ha dovuto incassare la delusione della mancata opportunità di diventare presidente della Provincia. Non ci sono i  tempi tecnici. Anche nel Pd però Salera rimane un corpo estraneo. Si appresta ad affrontare oggi l’ennesima battaglia consiliare sulla vicenda del voto di scambio e delle firme false “forte” della divisione sostanziale delle opposizioni. Enzo Salera dialoga con Francesco De Angelis, però ha dovuto prendere atto che il modello Cassino non ha fatto breccia tra i dem. E siccome non ci sono spazi per le provinciali e per le regionali, allora cercherà il bis al Comune. Augurandosi che a nessuno nel Pd venga in mente di provare a Cassino un’operazione di riconciliazione come quella in atto a Frosinone tra Domenico Marzi e Michele Marini. Enzo Salera e Giuseppe Golini Petrarcone non vogliono sapere nulla l’uno dell’altro. Le opposizioni ritardano ad organizzarsi, soprattutto il centrodestra, dove per la candidatura a sindaco girano nomi di Carlo Maria D’Alessandro e di Benedetto Leone.

Ad Anagni Daniele Natalia si ricandiderà a sindaco. Non esiste il minimo dubbio. La possibilità di un ritorno in scena di Franco Fiorito (suggestiva e comunque non impossibile in astratto) non andrebbe in contrasto con Natalia. Piuttosto bisognerà vedere se anche ad Anagni il Campo largo sarà presente alle comunali. Il vicepresidente della Provincia Alessandro Cardinali ci sta lavorando, d’intesa con Francesco De Angelis. Bisogna però trovare un nome autorevole come candidato a sindaco. Si guarda al settore imprenditoriale e Domenico Beccidelli potrebbe non essere l’unica soluzione.

Le strategie del capoluogo e le manovre di Ferentino. Dove Pompeo organizza il suo futuro

L’appoggio di Michele Marini a Domenico Marzi viene dato ormai per sicuro e per l’annuncio sarebbe questione di ore. A convincere l’ex sindaco sarebbe stato Francesco De Angelis. Marini non sarà candidato al consiglio comunale però, schiererà la sua lista civica insieme al presidente della Provincia Antonio Pompeo, che in questo modo conferma il suo ruolo all’interno del partito: patto di ferro con Francesco De Angelis, volontà di candidarsi alle regionali, impegno a realizzare il Campo largo ovunque possibile. Antonio Pompeo però non si dimetterà anticipatamente da presidente della Provincia e questo ha tagliato fuori grossi calibri come Massimiliano Quadrini ed Enzo Salera. Il nervosismo nel Pd sta crescendo. Forse però Antonio Pompeo sta preparando un piano B se dovesse essere abolito il divieto di terzo mandato per i sindaci dei Comuni grandi e di riflesso per i presidenti della Provincia. Anche lui si rende conto che alle regionali ci sarebbe una battaglia interna durissima. Poi c’è il Comune di Ferentino, dove Pompeo dovrà guardarsi da Piergianni Fiorletta e Luigi Vittori, sempre più convinti di una candidatura a sindaco alternativa a quella che indicherà Pompeo. Un fronte del genere potrebbe allargarsi anche al consiglio provinciale, dove c’è Alessandro Rea, in contrapposizione alla maggioranza, vicinissimo a Fiorletta e Vittori ma pure al sindaco di Paliano Domenico Alfieri, che nel Pd ha una posizione di forte criticità. Sono tutte situazioni che andranno valutate nei prossimi mesi, ma sicuramente avranno un loro peso.

Il tatticismo silente di Leodori, le difficoltà di D’Amato, la neutralità di Zingaretti

Manca un anno alla conclusione del secondo mandato di Nicola Zingaretti come presidente della Regione Lazio. Non si sa come il centrosinistra sceglierà il candidato. Si parla di effettuare le primarie, ma sappiamo come è andata a finire in tante occasioni. L’uomo forte, il favorito, è sicuramente l’attuale vicepresidente Daniele Leodori, al punto che si parla già di numerose aspiranti (in Ciociaria) alla candidatura nella sua lista. Conoscendo Leodori, non effettuerà mezzo passo fin quando non sarà tutto ufficiale. Però il “sentiment” è questo. L’assessore alla sanità Alessio D’Amato (per il quale si è espresso anche Carlo Calenda) appare in una fase di difficoltà politica ed è stato al centro (leggere qui Buongiorno Ciociaria di ieri) di un violentissimo attacco da parte della cronaca romana di Repubblica) In ogni caso si capisce che la contrapposizione tra Daniele Leodori (sostenuto da Franceschini, Astorre, Smeriglio) e Alessio D’Amato (espressione dell’ala sinistra del partito e della coalizione) caratterizzerà il dibattito interno. Nicola Zingaretti ha già deciso di non schierarsi.

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