Sono mesi che Enzo Salera aumenta le distanze da Francesco De Angelis, Sara Battisti, Mauro Buschini, Luca Fantini e Barbara Di Rollo. Forse non lo hanno preso sul serio oppure pensavano che si sarebbe fermato. Invece il sindaco di Cassino è andato avanti lungo una strada ben definita. Ad agosto, dopo che la segreteria provinciale del partito aveva indicato il nome di Francesco De Angelis come possibile candidato nel collegio proporzionale della Camera, Salera ha preso carta e penna e, insieme ad altri amministratori, ha scritto al senatore Bruno Astorre, responsabile regionale del partito, per mettere in evidenza che il territorio del cassinate chiedeva una possibilità.
Alla fine, nel collegio uninominale del Senato, è stato candidato Sergio Messore. Mentre Francesco De Angelis fu inserito in un listino della provincia di Roma, prima di rinunciare per via del famoso audio di Albino Ruberti. Messore non avrebbe mai potuto vincere, ma ha rappresentato un segnale.
Il secondo tempo è stato quello delle provinciali, quando dopo una riunione della direzione del partito che aveva apparecchiato il tavolo per portare tutti a convergere su Luca Di Stefano, Salera ha detto no. Indicando Luigi Germani, convincendo Antonio Pompeo a seguirlo e facendo un accordo trasversale con Fratelli d’Italia. Alla fine presidente della Provincia è diventato Luca Di Stefano, per una manciata di voti ponderati. Però a Salera interessava far capire che non si sarebbe allineato.
L’episodio politicamente più importante è avvenuto però nel corso dell’ultima assemblea dell’Egato, convocata per approvare il bilancio. Il sindaco di Cassino ha votato no alla proposta presentata da Mauro Buschini, mentre altri amministratori del partito o sono usciti dall’aula (Domenico Alfieri) oppure non si sono presentati. Contemporaneamente né il sindaco di Cassino né i suoi fedelissimi formulavano auguri veri a Barbara Di Rollo, subentrata per poco più di un mese in consiglio regionale, al posto del dimissionario Mauro Buschini. Anche quello è stato un segnale preciso. La solita divisione alle regionali (tra Sara Battisti e Antonio Pompeo) è stato l’episodio meno importante nel quadro che abbiamo descritto. Quando Enzo Salera ha annunciato il rimpasto lo ha fatto per evidenziare una circostanza precisa: lui tra gli amministratori del Pd è il più alto in grado in qualità di sindaco della seconda città della provincia (la prima è governata da undici anni dal centrodestra).
Nonostante questo, mai il partito ha voluto dimostrargli attenzione. Inoltre era ormai evidente da mesi che per Pensare Democratico il referente a Cassino era soltanto Barbara Di Rollo. Le diverse candidature alle regionali di assessori della giunta Salera (Luigi Maccaro e Barbara Alifuoco per esempio) hanno definitivamente convinto Salera al passo successivo, cioè l’azzeramento della giunta e l’estromissione degli esponenti del correntone di De Angelis-Battisti-Buschini. Tra un anno a Cassino si vota per le comunali e probabilmente tra gli sfidanti di Enzo Salera ci sarà anche Barbara Di Rollo. Ma un anno è lungo da passare e domani si vota nei gazebo per eleggere il nuovo segretario nazionale. Stavolta qualcosa potrebbe cambiare davvero. In ogni caso Enzo Salera ha fatto capire che andrà avanti, anche se dovesse restare da solo.
IL BALLO IN MASCHERA DI ANAGNI
Si vota il 14e 15 maggio per il primo turno. Il sindaco Daniele Natalia si ripresenterà per il bis, sostenuto da una coalizione di centrodestra. Fino a che punto larga dipenderà da Franco Fiorito. L’ex capogruppo regionale del Popolo delle Libertà per il momento si sta divertendo e a chiunque gli chiede se si candiderà a sindaco, risponde di no. Ma molti segnali vanno nella direzione opposta. Insomma, farà il regista, il centravanti o l’allenatore? Fiorito è una vecchia volpe della politica e sta sondando il terreno. Per vedere l’effetto che fa, come diceva Enzo Jannacci. La partecipazione alla cena elettorale della Lega, alla presenza di Matteo Salvini, va interpretata in questo modo. In Italia tutti conoscono Franco Fiorito e lui sa benissimo che una sua candidatura a sindaco porterebbe le comunali di Anagni alla ribalta nazionale. Tutte le televisioni e i giornaloni seguirebbero la campagna elettorale di Franco Fiorito. Di certo c’è però che il Carroccio non appare affatto intenzionato a sostenere il sindaco uscente Daniele Natalia. Alessandro Cardinali invece ha uno stile diverso: sobrio, cauto, con le luci sempre spente. E’ l’unico che può tenere insieme un fronte molto vasto, soprattutto civico. Non scoprirà le carte però. E’ abituato ad arrivare senza essere visto. E il Partito Democratico? Ah, saperlo…